venerdì,Aprile 25 2025

‘Ndrangheta: “Carminius”, dure richieste di pena per i clan Arone e De Fina di Sant’Onofrio

Requisitoria della Dda di Torino dinanzi al Tribunale di Asti anche per altri imputati provenienti dal Vibonese, collegati ai Bonavota e da anni radicati in Piemonte e Lombardia

‘Ndrangheta: “Carminius”, dure richieste di pena per i clan Arone e De Fina di Sant’Onofrio
tribunale torino

I pm della Dda di Torino Paolo Toso e Monica Abbatecola hanno chiesto al Tribunale collegiale di Asti condanne complessive per 302 anni di reclusione nel processo nato dall’operazione antimafia Carminius contro i clan De Fina e Arone di Sant’Onofrio, da anni residenti a Carmagnola e nella cintura a sud di Torino e collegate al clan Bonavota, sempre di Sant’Onofrio. Nell’inchiesta sono coinvolti anche numerosi “colletti bianchi” tra cui Francesco Pugliese, manager dell’automotive commerciale, e Mario Burlò, imprenditore dell’otusourcing, già sponsor con le sue aziende di numerose società di calcio, basket e hockey.

Queste le richieste di condanna per gli imputati del Vibonese residenti al Nord: 21 anni e 3 mesi Francesco Arone, di 60 anni, di Sant’Onofrio; 17 anni per Salvatore Arone, di 61 anni, di Sant’Onofrio;12 anni e 6 mesi Antonio Arone, di 39 anni; 14 anni e 3 mesi Raffaele Arone, di 46 anni; 4 anni Domenico Cichello, detto “Salvatore, 39 anni, di Vibo, residente a Varedo (Mb); 17 anni Antonino De Fina, di Sant’Onofrio, di 55 anni, detenuto a Vighera; 12 anni Nicola De Fina, di 55 anni, di Sant’Onofrio, detenuto a Voghera; 14 anni Nazzareno Fratea, di 67 anni, di San Costantino Calabro; 13 anni e 3 mesi Francesco Santaguida, di 43 anni, di Sant’Onofrio.
Francesco Santaguida (già condannato in passato per narcotraffico nella storica operazione “Stupor Mundi” della Dda di Reggio Calabria) è figlio dell’ex vicepresidente del Consiglio comunale di Sant’OnofrioFortunato Santaguida, consigliere comunale con deleghe allo Sport ed al Volontariato, eletto nelle amministrative del 2016 con la lista “Tre Spighe”. [Continua in basso]

Le altre richieste della Dda di Torino sono state così formulate: Antonino Buono, di Palermo: 15 anni e 4 mesi; Mario Burlò (concorso esterno in associazione mafiosa): 12 anni; Enza Colavito: 11 anni; Ivan Corvino: 12 anni; Carmelo Costa, di Gioiosa Jonica: 12 anni e 6 mesi; Rocco Costa: 12 anni; Carlo De Bellis: 14 anni; Francesco Franzè: assoluzione per non aver commesso il fatto; Daniele Interrante, di Milano: 4 anni; Alessandro Longo, di Polistena, residente a Carmagnola: 15 anni e 6 mesi; Andrea Perri: 2 anni; Angiolino Petullà: 14 anni; Antonio Pilutzu, di Carignano: 12 anni; Antonio Pizzonia, di Torino: 6 anni e 8 mesi; Francesco Pugliese, di Rivoli: 13 anni; Marco Podda: 4 anni; Roberto Rampulla, di Sanremo: 6 anni e 8 mesi; Roberto Rosso, ex assessore della Regione Piemonte (accusato di voto di scambio ed ex aderente a Fratelli d’Italia, partito dal quale è stato espulso): 11 anni; Antonio Saraco: assoluzione per non aver commesso il fatto.
Nel processo sono confluite anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia vibonesi Andrea Mantella, Raffaele Moscato e Francesco Costantino.

Le ipotesi di reato vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’intestazione fittizia di beni per eludere le misure di prevenzione, dalle false fatturazioni alla truffa sino alle minacce con l’aggravante del metodo mafioso. L’associazione sarebbe stata dedita a commettere reati in materia di armi, stupefacenti, riciclaggio e spendita di denaro falso, acquisendo in modo diretto il controllo di attività economiche nel settore edilizio, della ristorazione, dei bar, dei trasporti e del commercio di automobili. Il tutto attraverso l’intestazione fittizia di società e il controllo del settore delle macchinette da gioco.

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