Il Cds conferma l’annullamento dell’interdittiva antimafia per Cooperativa di Mileto
I giudici amministrativi di secondo grado rigettano il ricorso del Ministero dell’Interno. La Cooperazione Sud per l'Europa si era vista raggiunta dal provvedimento finendo così in una grave crisi finanziaria che l’ha portata alla liquidazione


Il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello proposto dal Ministero dell’Interno, confermando così l’annullamento della interdittiva antimafia emessa nei confronti della Cooperazione Sud per l’Europa, rappresentata e difesa dall’avvocato Giacomo Carbone in sede di appello, e dall’avvocato Mariarosaria Orlando nel primo grado di giudizio.
I giudici amministrativi di secondo grado hanno quindi confermato quanto rilevato dal Tar di Catanzaro, circa la mancanza di «un quadro chiaro, completo e convincente del pericolo di infiltrazione mafiosa», mancando peraltro rapporti e frequentazioni significative e rilevanti da parte dei componenti della cooperativa con sede a Mileto con imprese e persone sospettate di mafiosità. [Continua in basso]

Il Consiglio di Stato ha evidenziato come la cooperativa (assistita dall’avvocato Carbone) ha fornito idonea documentazione atta a smentire quanto sostenuto nel provvedimento interdittivo, nonché è riuscita a provare che alcune frequentazioni erano prive di rilevanza e dettate soltanto da motivi lavorativi non idonei a rivelare una permeabilità mafiosa.
I giudici hanno pertanto ribadito che «l’instaurazione di rapporti commerciali o associativi tra un’impresa e una società già ritenuta esposta al rischio di influenza criminale giustifica l’adozione di una “informativa a cascata”», ma tuttavia hanno precisato che per presumersi il “contagio” alla seconda impresa della “mafiosità” della prima “è necessario che la natura, la consistenza e i contenuti delle modalità di collaborazione tra le due imprese siano idonei a rivelare il carattere illecito dei legami stretti tra i due operatori economici; viceversa, ove l’esame dei contatti tra le società riveli il carattere del tutto episodico, inconsistente o remoto delle relazioni d’impresa, deve escludersi l’automatico trasferimento delle controindicazioni antimafia dalla prima alla seconda società”. Ricordiamo che Cooperazione Sud per l’Europa, con sede a Mileto, operava nel campo della formazione professionale, dell’organizzazione di tirocini internazionali, progettazione europea, assistenza domiciliare e, da ultimo, dell’assistenza ai migranti. All’atto dell’interdittiva (ottobre 2018) aveva ben 17 anni di attività, 3,6 milioni di fatturato annuo e 25 dipendenti oltre a decine di collaboratori.
La fiducia nella cooperativa è stata distrutta dalle errate conclusioni a cui era addivenuta l’interdittiva adottata e dalla rilevanza data alla notizia dalla stampa locale. Parimenti sono venuti cosi a mancare la fiducia degli Istituti di credito, che hanno chiesto la revoca degli affidamenti concessi, e dei fornitori che hanno preteso la variazione dei rapporti fiduciari sino ad allora accordati. A causa di tali accadimenti, la cooperativa ha attraversato una grave crisi finanziaria che l’ha portata attualmente alla liquidazione. In ogni caso viva soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Giacomo Carbone per il risultato processuale raggiunto, anche con il merito dell’avvocato Mariarosaria Orlando, che ha restituito dignità e giustizia agli organi della Cooperativa.