Omicidio Sainato a Capo Vaticano: processo riaperto in appello
I giudici accolgono la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale affidando l’incarico ad un perito per capire l’esatta dinamica del fatto di sangue


Rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale per capire le dinamiche del fatto di sangue. E’ quanto disposto dai giudici d’appello di Catanzaro nel processo a carico di Giacomo De Salvo, 45 anni, di Spilinga, ritenuto responsabile in primo grado dell’omicidio preterintenzionale nel luglio del 2011 di Rocco Sainato, titolare del villaggio “Eden” a Capo Vaticano. Processo, dunque, riaperto in accoglimento di una richiesta in tal senso avanzata dagli avvocati Patrizio Cuppari e Salvatore Staiano che assistono Giacomo De Salvo condannato in primo grado a 12 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Catanzaro. Per De Salvo era stata anche disposta l’interdizione dai pubblici uffici, oltre al risarcimento del danno alle parti civili – la moglie di Rocco Sainato, Francesca Corrarello ed i figli Luigi, Giuseppe ed Elisa – tutti assistiti dagli avvocati Giuseppe Martino e Francesco Albanese. La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro a tal fine nominerà quale perito il professore Paolo Arberello dell’Università di Roma al fine di ben comprendere l’esatta dinamica dell’omicidio Sainato e se in particolare il racconto dei figli di Sainato è compatibile con le le risultanze scientifiche. L’incarico verrà assegnato nella prossima udienza fissata per il 28 gennaio prossimo. Rocco Sainato è deceduto l’1 marzo del 2013, dopo un periodo di coma nell’ospedale di Crotone, a seguito delle ferite alla testa riportate nel corso di una rissa sulla spiaggia di Grotticelle. Fatale gli sarebbe stato – secondo il verdetto di primo grado – un colpo inferto da De Salvo con il palo di un ombrellone. Alla base della rissa i pessimi rapporti di vicinato fra i due titolari di strutture turistiche a Grotticelle e il passaggio della strada limitrofa al villaggio “Eden” negato da Sainato a De Salvo. Una ricostruzione accusatoria contestata dalla difesa dell’imputato e che spetterà ora al perito chiarire.